21.12.2025
Scenius has surpassed the milestone of one thousand works online in just over a year. Artists and associations from Italy, the UK, Germany, Austria, Chile, Argentina, and Serbia showcase the power of inclusive art and a creative community.
We were uploading new works, as we often do. An almost daily habit. Then we paused for a moment: the counter read 1000.
Actually, 1006 works.
Scenius has surpassed the threshold of one thousand works online. An important milestone, especially considering the platform has only been live since summer 2024. In just over a year, what began as a visionary, fragile, and necessary project has gained form, density, and direction.
Today, Scenius hosts the work of 59 artists, supported by 11 associations and ateliers from Italy, the UK, Germany, Austria, Chile, Argentina, and Serbia. Diverse geographies, different cultural and social contexts, yet a common ground: art as a space for authentic expression, relationship, and possibility.
Scenius is neither a neutral archive nor a simple publishing platform. It is a shared curatorial space, an ecosystem centered on outsider art, inclusive art, and artistic practices emerging outside dominant circuits but speaking powerfully to our time. A project focused on connection: between artists and ateliers, between works and audiences, between fragility and creative force.
The Thousandth Work
The thousandth work uploaded on Scenius is by Urgur Bekstas, an artist working within werd:art, an atelier and gallery in Vienna connected to the Jugend am Werk project, recognized by the Vienna Social Fund.
Werđ:art provides people with disabilities and learning difficulties the opportunity for meaningful artistic work, creating a low-threshold space where individual talents can emerge, meet, and engage with the art world.
Ugur Bekstas’s work is distinguished by an essential, direct aesthetic that remains figurative yet is imbued with profound existential tension.
In the work uploaded to Scenius, a seemingly simple still life – a vase with stylized flowers formed through spiral lines and persistent repetitions – the mark becomes gesture, almost a necessity. The red and black spirals seem to pulse, as if each flower is the result of an emotional accumulation rather than a formal choice.
The drawing is unstable, alive, imbued with fragility that asks not to be corrected. The vase, held by a darker, denser line, seems to barely maintain a precarious balance, while the flowers stretch upwards, each with its own autonomy. It is an image that speaks of presence, resistance, and possible order within disorder.
It is no coincidence that this work marks the symbolic milestone of a thousand works: it reflects what Scenius strives to do every day. Bringing together individuality and collectivity, giving space to voices that do not seek normalization, but to be heard.
A Milestone, Not a Destination
Reaching one thousand works is not a goal in itself. It is proof that a living community exists, made up of artists, cultural operators, educators, curators, and associations committed to creating alternative, ethical, and accessible spaces for contemporary art.
Scenius continues to grow as a platform, a network, and a vision. This milestone is a moment to pause, look back with gratitude, and forward with responsibility.
One thousand works are not just one thousand images.
They are one thousand gestures, one thousand acts of trust, one thousand opportunities to connect.
And we are just at the beginning.
Caricavamo nuove opere, come accade spesso. Un gesto ormai abituale, quasi quotidiano. Poi ci siamo fermati un attimo: il contatore segnava 1000.
Anzi, 1006 opere.
Scenius ha superato la soglia delle mille opere online. Un traguardo importante, soprattutto se pensiamo che la piattaforma è online solo dall’estate del 2024. In poco più di un anno, quello che era nato come un progetto visionario, fragile e necessario, ha preso corpo, densità, direzione.
Oggi Scenius raccoglie il lavoro di 59 artisti, sostenuti da 11 associazioni e atelier, provenienti da Italia, Regno Unito, Germania, Austria, Cile, Argentina e Serbia. Geografie diverse, contesti culturali e sociali differenti, ma un terreno comune: l’arte come spazio di espressione autentica, relazione e possibilità.
Scenius non è un archivio neutro né una semplice piattaforma di pubblicazione. È uno spazio curatoriale condiviso, un ecosistema che mette al centro l’outsider art, l’arte inclusiva, le pratiche artistiche che nascono fuori dai circuiti dominanti ma che parlano con forza del nostro tempo. Un progetto che lavora sulla connessione: tra artisti e atelier, tra opere e pubblico, tra fragilità e potenza creativa.
La millesima opera
La millesima opera caricata su Scenius è di Urgur Bekstas, artista che lavora all’interno di werd:art, atelier e galleria di Vienna legati al progetto Jugend am Werk, istituzione riconosciuta dal Vienna Social Fund.
Werđ:art è un luogo che offre a persone con disabilità e difficoltà di apprendimento la possibilità di un lavoro artistico significativo, creando uno spazio a bassa soglia in cui i talenti individuali possano emergere, incontrarsi e dialogare con il mondo dell’arte.
Il lavoro di Urgur Bekstas si distingue per un’estetica essenziale, diretta, che rimane figurativa ma attraversata da una tensione profondamente esistenzialista.
Nell’opera caricata su Scenius, una natura morta solo in apparenza semplice – un vaso con fiori stilizzati, costruiti attraverso linee spiraliformi e ripetizioni insistite – il segno diventa gesto, quasi necessità. Le spirali rosse e nere sembrano pulsare, come se ogni fiore fosse il risultato di un accumulo emotivo più che di una scelta formale.
Il disegno è instabile, vivo, attraversato da una fragilità che non chiede di essere corretta. Il vaso, trattenuto da un segno più scuro e denso, sembra reggere a fatica un equilibrio precario, mentre i fiori si protendono verso l’alto, ciascuno con una propria autonomia. È un’immagine che parla di presenza, di resistenza, di un ordine possibile dentro il disordine.
Non è un caso che questa opera segni il passaggio simbolico delle mille opere: racconta bene ciò che Scenius cerca di fare ogni giorno. Tenere insieme singolarità e collettività, lasciare spazio a voci che non chiedono di essere normalizzate, ma ascoltate.
Un traguardo, non un punto di arrivo
Raggiungere le mille opere non è un obiettivo quantitativo fine a sé stesso. È la prova che esiste una comunità viva, fatta di artisti, operatori culturali, educatori, curatori e associazioni che credono nella necessità di costruire spazi alternativi, etici e accessibili per l’arte contemporanea.
Scenius continua a crescere come piattaforma, come rete e come visione. Questo traguardo è un momento per fermarsi un attimo, guardare indietro con gratitudine e avanti con responsabilità.
Mille opere non sono solo mille immagini.
Sono mille gesti, mille atti di fiducia, mille possibilità di incontro.
E siamo solo all’inizio.
